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Potenziamento cognitivo

L’intervento di potenziamento cognitivo si basa su un programma individualizzato e cucito su misura per il singolo individuo, al fine di colmare i deficit e potenziare le abilità di ciascuno. Infatti, il potenziamento cognitivo fa leva sulle potenzialità del singolo, fornendogli mezzi e strategie utili a rendere il soggetto capace di apprendere nuove informazioni e saperle utilizzare per individuare le vie ottimali alla risoluzione di problemi in maniera autonoma.

Tale intervento dunque è indicato per tutti quegli individui, in età prescolare e scolare, che manifestino non solo deficit cognitivi, ma anche per soggetti iperdotati che presentino basse prestazioni scolastiche.

Il potenziamento cognitivo parte dal presupposto che il processo di modifica delle strutture di base in strutture sempre più complesse, a favorire la crescita, non abbia mai fine. 

Il modello alla base dell’attività di potenziamento cognitivo prende in considerazione il Sé nella sua complessità, senza tralasciare l’importanza della relazione, in assenza della quale l’intervento non acquisisce significato.

Il potenziamento cognitivo interviene sulle componenti che caratterizzano le tre fasi per mezzo delle quali avviene l’apprendimento: input, elaborazione e output.

In particolare, nella fase di input, interviene sull’attenzione generalizzata o arousal, attenzione selettiva, attenzione sostenuta, attenzione divisa e shifting attentivo, ovvero su tutte le dimensioni dell’attenzione grazie alla quale l’individuo entra il contatto con il mondo esterno e ne percepisce i contenuti.

Per la fase di elaborazione, l’intervento sarà volto alla memoria a breve e lungo termine e, successivamente, al ragionamento logico al fine di stabilire una correlazione tra le informazioni e rendere “elastici” gli apprendimenti.

Per la terza fase di output, l’intervento di potenziamento andrà ad orientarsi sull’elaborazione e sull’organizzazione delle informazioni per l’esplicazione del compito dato.

Il potenziamento cognitivo interviene dunque sull’attenzione e sulle funzioni cognitive superiori, nonché funzioni esecutive, ovvero su tutte quelle componenti che permettono di “organizzare il proprio comportamento nello spazio e nel tempo, che sono necessarie per raggiungere uno scopo o portare a compimento un’intenzione” (Temple, 1997).

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